No, non conoscevo ancora la canzone
che porta questo titolo, lascito anonimo dei moti rivoluzionari del 1848.
L’avrei imparata molto più tardi, grazie a Francesco De Gregori e Giovanna
Marini, nel 2002, ed avevo già i miei buoni 34 anni.
Quando conobbi invece Venezia, città
unica al mondo, nobilissima e acquosa capitale di civiltà? Difficile dirlo.

Certamente ai miei tempi si studiava geografia alle elementari e si imparavano i nomi di tutti i capoluoghi di provincia, regione per regione. Ma non c’era Internet e, se non si avevano tanti libri in casa, era difficile poter vedere, a semplice richiesta, un panorama di Venezia, o di Roma, o di Timbuctu.

Certamente ai miei tempi si studiava geografia alle elementari e si imparavano i nomi di tutti i capoluoghi di provincia, regione per regione. Ma non c’era Internet e, se non si avevano tanti libri in casa, era difficile poter vedere, a semplice richiesta, un panorama di Venezia, o di Roma, o di Timbuctu.
C’erano, però, nelle librerie o
cartolerie, questi fascicoli
Ne consumavamo a badilate, per fare
le ricerche che le maestre chiedevano continuamente su tutto lo scibile; e non
è escluso che proprio da queste immagini mi sia potuto fare un’idea della città
di San Marco.
Oppure no? Di spunti su Venezia me
ne sono tornati in mente molti, anche recentemente, riprendendo in mano i
vecchi Topolini.
Ecco qui un servizio dei primi anni
Settanta nel quale si spiega che solo i
ragazzini avrebbero potuto salvare la città veneta. Non ricordo però se
all’epoca lo abbia letto con attenzione; i cosiddetti “redazionali”, che ora mi
appaiono la cosa più interessante delle riviste di fumetti, all’epoca li
disdegnavo, desideroso solo di leggere le avventure di Topolino, Paperino &
compagnia.
Ho già parlato, in un post
precedente, della rubrica che sul settimanale mondadoriano teneva lo scrittore
Salvator Gotta; ecco, su un altro Topolino
antico, una sua risposta sul fenomeno dell’acqua alta.
Che Venezia avesse bisogno di essere
salvata, lo avevo capito, un po’ confusamente, anche attraverso l’altro hobby
di cui pure ho già parlato: i francobolli. Possedevo, ed ho ancora, questi
pezzi.
Non ho mai avuto francobolli antichi
o preziosi, per lo più ne avevo di contemporanei, staccati dalla corrispondenza
commerciale che mio padre riceveva. Ma avevo un catalogo, e così scoprii che a
Venezia erano state dedicate emissioni anche più antiche, tra cui una che mi
colpì.
Che diavolo voleva dire “Come era Dove era”? Lo capii decenni dopo, grazie ad una mia amica e quasi concittadina,
studentessa di architettura che poi a Venezia è finita a viverci davvero
(se vi interessa, la storia del
crollo e della ricostruzione è narrata anche su Wikipedia, alla voce
“Campanile di San Marco”).
Ma il maggior contributo alla
conoscenza della lingua e cultura veneziana, e dei problemi della città, mi
venne da una storia di Zio Paperone. Siamo quindi sempre su Topolino, ma alcuni anni dopo gli
articoli che vi ho mostrato prima.
Quando lessi “Zio Paperone e la
deriva dei monumenti”, disegnata dal veneziano Giorgio Cavazzano, non avrei mai
pensato che un giorno si sarebbe cercato di realizzare il MOSE… Il vecchio papero
ci fa certamente una figura migliore, suggerendo uno strumento per liberare la
città dall’incubo dell’acqua alta, senza prendere mazzette e senza rischiare
disastri ecologici… anche se un disastro ad un certo punto c’è, e San Marco va
alla deriva (per poi tornare però al suo posto).
All’epoca avevo nove anni e quel
parlare veneziano, con tutte quelle X, mi parve un po’ sospetto, un po’ finto.
Mi vergogno di dire che, in effetti, misi piede in città per la prima volta
molto più tardi, alla veneranda età di 29 anni…
Poco prima della pubblicazione della
storia di Cavazzano, nel 1974, l’editore Ciscato aveva realizzato un intero
volume cartonato a fumetti, l' Almanacco veneziano, composto da storie di vari personaggi, tutte accomunate dall’ambientazione
tra le calli. Ma questo volume lo recuperai solo decenni dopo; vi mostro alcune
immagini, più o meno fedeli.
RIP KIRBY
JOHNNY HAZARD
JANE
MODESTY BLAISE
Naturalmente di fumetti ambientati a
Venezia ce n’è centinata ed oggi basta goooglare “Fumetti Venezia” per ottenere
una teoria infinita di immagini. Alcune di queste storie le ho lette da grande
(il classico di Hugo Pratt, ad esempio); altre non le ho mai lette ma mi
sarebbe piaciuto farlo. Non so perché, mi piace particolarmente
questa, che sembra risalire all’epoca del mio godimento letterario bambinesco.
Oh
Venezia che sei la più bella…














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