giovedì 26 settembre 2019

O Venezia che sei la più bella


No, non conoscevo ancora la canzone che porta questo titolo, lascito anonimo dei moti rivoluzionari del 1848. L’avrei imparata molto più tardi, grazie a Francesco De Gregori e Giovanna Marini, nel 2002, ed avevo già i miei buoni 34 anni.
Quando conobbi invece Venezia, città unica al mondo, nobilissima e acquosa capitale di civiltà? Difficile dirlo.


Certamente ai miei tempi si studiava geografia alle elementari e si imparavano i nomi di tutti i capoluoghi di provincia, regione per regione. Ma non c’era Internet e, se non si avevano tanti libri in casa, era difficile poter vedere, a semplice richiesta, un panorama di Venezia, o di Roma, o di Timbuctu.
C’erano, però, nelle librerie o cartolerie, questi fascicoli


Ne consumavamo a badilate, per fare le ricerche che le maestre chiedevano continuamente su tutto lo scibile; e non è escluso che proprio da queste immagini mi sia potuto fare un’idea della città di San Marco.
Oppure no? Di spunti su Venezia me ne sono tornati in mente molti, anche recentemente, riprendendo in mano i vecchi Topolini.

Ecco qui un servizio dei primi anni Settanta  nel quale si spiega che solo i ragazzini avrebbero potuto salvare la città veneta. Non ricordo però se all’epoca lo abbia letto con attenzione; i cosiddetti “redazionali”, che ora mi appaiono la cosa più interessante delle riviste di fumetti, all’epoca li disdegnavo, desideroso solo di leggere le avventure di Topolino, Paperino & compagnia.
Ho già parlato, in un post precedente, della rubrica che sul settimanale mondadoriano teneva lo scrittore Salvator Gotta; ecco, su un altro Topolino antico, una sua risposta sul fenomeno dell’acqua alta.


Che Venezia avesse bisogno di essere salvata, lo avevo capito, un po’ confusamente, anche attraverso l’altro hobby di cui pure ho già parlato: i francobolli. Possedevo, ed ho ancora, questi pezzi.


Non ho mai avuto francobolli antichi o preziosi, per lo più ne avevo di contemporanei, staccati dalla corrispondenza commerciale che mio padre riceveva. Ma avevo un catalogo, e così scoprii che a Venezia erano state dedicate emissioni anche più antiche, tra cui una che mi colpì.


Che diavolo voleva dire “Come era Dove era”? Lo capii decenni dopo, grazie ad una mia amica e quasi concittadina, studentessa di architettura che poi a Venezia è finita a viverci davvero
(se vi interessa, la storia del crollo e della ricostruzione è narrata anche su Wikipedia, alla voce “Campanile di San Marco”).
Ma il maggior contributo alla conoscenza della lingua e cultura veneziana, e dei problemi della città, mi venne da una storia di Zio Paperone. Siamo quindi sempre su Topolino, ma alcuni anni dopo gli articoli che vi ho mostrato prima.



Quando lessi “Zio Paperone e la deriva dei monumenti”, disegnata dal veneziano Giorgio Cavazzano, non avrei mai pensato che un giorno si sarebbe cercato di realizzare il MOSE… Il vecchio papero ci fa certamente una figura migliore, suggerendo uno strumento per liberare la città dall’incubo dell’acqua alta, senza prendere mazzette e senza rischiare disastri ecologici… anche se un disastro ad un certo punto c’è, e San Marco va alla deriva (per poi tornare però al suo posto).
All’epoca avevo nove anni e quel parlare veneziano, con tutte quelle X, mi parve un po’ sospetto, un po’ finto. Mi vergogno di dire che, in effetti, misi piede in città per la prima volta molto più tardi, alla veneranda età di 29 anni…

Poco prima della pubblicazione della storia di Cavazzano, nel 1974, l’editore Ciscato aveva realizzato un intero volume cartonato a fumetti, l' Almanacco veneziano, composto da storie di vari personaggi, tutte accomunate dall’ambientazione tra le calli. Ma questo volume lo recuperai solo decenni dopo; vi mostro alcune immagini, più o meno fedeli.

RIP KIRBY
JOHNNY HAZARD
JANE
MODESTY BLAISE

Naturalmente di fumetti ambientati a Venezia ce n’è centinata ed oggi basta goooglare “Fumetti Venezia” per ottenere una teoria infinita di immagini. Alcune di queste storie le ho lette da grande (il classico di Hugo Pratt, ad esempio); altre non le ho mai lette ma mi sarebbe piaciuto farlo. Non so perché, mi piace particolarmente questa, che sembra risalire all’epoca del mio godimento letterario bambinesco.

Oh Venezia che sei la più bella…

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